Pubblicazioni e Interventi

TESI DI MASTER

IL LIBRO “QUASI QUASI CHIAMO UN DETECTIVE”

LA PUBBLICAZIONE DI RITA URZIA CON UNDICI STORIE DI INVESTIGAZIONI

Un investigatore privato deve essere un ottimo psicologo, se non altro perchè nel suo studio gravita un caleidoscopio di umanità che nulla ha da invidiare ai pazienti di uno psichiatra, e bisogna saperla gestire, non facendosi trovare impreparati di fronte alle richieste più bizzarre, molto spesso derivanti da sentimenti deviati che alterano la sfera della normale percezione. Gelosie paranoiche, tradimenti più o meno sospetti, depravazioni sessuali, truffe clamorose e molto altro. Con un registro divertente e finemente ironico, l’autrice ci fa salire sulla sua inossidabile Fiat Uno, e ci porta in prima linea per le strade di Roma, nel corso di pedinamenti e indagini più o meno pericolose.

Il libro “Quasi quasi chiamo un detective” (Edizioni Artemia), racconta di undici storie di particolare interesse hanno colpito l’autrice che attraverso la sua esperienza di investigatrice privata, ha vissuto attraverso i suoi clienti.

Contitolare dell’agenzia investigativa Argo a Roma e socia Federpol, Rita Urzia attraverso i suoi racconti evidenzia le complesse dinamiche delle persone comuni che talvolta spingono ad atteggiamenti a dir poco anomali.

L’autrice, come sottolinea lo psichiatra dott. Nicola Boccianti, non si ferma alla superficie ma sceglie di vivere le esperienze professionali in maniera profonda e razionale. “Quasi quasi chiamo un detective” è unico nel suo genere, appassionante e intrigante proprio come Rita Urzia definisce il suo lavoro.

TV & MEDIA

ITALIAN DETECTIVE

 

La prima docufiction in Italia sulla professione dell’investigatore privato

Nel novembre 2015 la società produttrice Magnolia S.p.a., con il proprio regista Claudio Canepari, dopo un’accurata selezione di agenzie investigative su tutto il territorio italiano ha scelto la Argo SpA per produrre per la prima volta in Italia una docufiction sulla professione dell’investigatore privato, andata in onda a partire dall’ottobre del 2016 su Rai 4.

Intervista regista Claudio Canepari

Di seguito riportiamo l’intervista rilasciata dallo stesso regista Claudio Canepari.

In un docu-reality come Italian Detective si entra necessariamente nel privato delle persone. Come avete protetto la privacy?

“Sapevamo fin dall’inizio che era un lavoro molto difficile da svolgere perché affrontava il vissuto personale di molte famiglie. Noi con la nostra troupe abbiamo seguito l’agenzia romana nel corso delle proprie indagini. Ma non potendo raccontare la realtà che avevamo visto, abbiamo ricostruito le storie attraverso docu-fiction. Abbiamo cioè fatto ricorso a vicende verosimili ma inventate. Insomma abbiamo unito pezzi di realtà ad una investigazione di fantasia. Ma non abbiamo mai alterato i veri motivi per i quali gli italiani ricorrono al detective privato.”

Ce li spiega questi motivi?

“Innanzitutto ad un’agenzia investigativa si rivolgono proprio tutti, famiglie abbienti e persone che hanno minori disponibilità economiche. Le motivazioni sono sostanzialmente due: genitori che vogliono controllare i figli oppure persone che vogliono avere la certezza o meno, di essere traditi dai propri partner. Il mondo delle “corna” è delineato in tutte le proprie sfaccettature. Ma generalmente sono mogli o ex amanti che chiedono di seguire partner o ex partner.”

Ci sono anche altre richieste?

“Sì, abbiamo seguito casi di spionaggio aziendale e professionale. Ad esempio ci sono responsabili di aziende che fanno pedinare alcuni dei loro dipendenti per capire se la loro moralità è all’altezza del compito loro affidato. Ma ci sono anche spionaggi industriali che naturalmente richiedono una tecnologia più avanzata per quanto riguarda le indagini e le investigazioni.”

Avete avuto qualche supporto o qualche consulente?

“Sì ci siamo avvalsi nella consulenza il presidente italiano delle associazioni investigative private che ci è stato vicino e ci ha dato anche dei consigli su come realizzare le docu-fiction.”

C’è da aver fiducia sempre e comunque nel lavoro degli investigatori privati?

“Naturalmente bisogna essere sempre attenti e rivolgersi a professionisti affermati e con un curriculum di tutto rispetto. Certo ci sono anche casi di persone che si improvvisano nel fare questo lavoro ma il cliente può accorgersene subito. 

Abbiamo visitato tantissime agenzie da Milano, a Palermo, a Torino e a Roma. Ma ci siamo soffermati su questa agenzia romana perché la titolare Rita è davvero un personaggio che rappresenta l’anima storica di questo lavoro, è forte, carismatica e con un’esperienza ultratrentennale alle spalle. Ci è piaciuto anche il suo giovane socio Matteo che invece non ha ancora 30 anni e rappresenta la parte giovane di questa professione. Con loro c’è anche Massimo, il figlio più giovane di Rita, che ha solo 20 anni e lavora nell’agenzia come stagista.”

Ci sarà un futuro per Italian Detective?

“Per adesso siamo estremamente soddisfatti di queste sei puntate che vanno in onda ogni settimana con due episodi. In particolare il direttore di Rai 4 Angelo Teodoli si è rivelato subito molto interessato e ci ha consentito di realizzare questo esperimento su un mondo ancora inesplorato in televisione.”

PORTA A PORTA
Vita da Investigatore – Porta a Porta 18/10/2017 

Nell’ottobre del 2017 gli autori della trasmissione televisiva “Porta a Porta” trasmessa su Rai1 scelgono la Argo per il servizio “Vita da Investigatore” in cui Matteo Adjimi e Rita Urzia spiegano il lavoro dell’investigatore privato nell’ambito delle indagini per Infedeltà Coniugale.

 

INTERVISTA ADN KRONOS

 

Nell’ottobre 2018 la famosa agenzia di stampa “Adnkronos” ci ha intervistato al fine di conoscere meglio il mondo delle agenzie investigative, approfondendo per lo più la tematica relativa all’infedeltà coniugale.

 

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