Pochi ragazzi, troppo pochi denunciano e ancora meno confidano a genitori e professori gli abusi e le violenze subite online, e intanto il fenomeno del cyberbullismo imperversa tra uso inconsapevole del web e minimizzazione del fenomeno da parte degli adulti. “Sette ragazzi su dieci sono convinti che le vittime di cyberbullismo dovrebbero parlarne solo con i coetanei – si legge in un articolo di Repubblica pubblicato in occasione del Safer Internet Day. “I dati della Polizia postale parlano chiaro, soprattutto raccontando la poca voglia di denunciare dei ragazzini che rendono i numeri ufficiali solo la punta di un iceberg. L’anno scorso sono stati 354 i casi segnalati con minorenni vittime: in 116 episodi erano stati oggetto di ingiurie e molestie, in 87 di diffamazione online, in 123 di stalking. I minorenni denunciati invece sono stati 39”.

Le cause del dilagare del fenomeno? Una condivisione senza filtri da parte dei ragazzi che rendono accessibile a tutti il materiale che pubblicano; poca consapevolezza dei rischi a cui minori e non sono esposti; un mondo sempre più connesso che è, allo stesso tempo, una grande opportunità di crescita e un pericolo imminente se l’accesso al virtuale avviene senza la guida di adulti formati e informati.

Che cos’è il cyberbullismo?

Secondo il Telefono Azzurro, “si definisce cyberbullismo l’uso di nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone”. Tutto questo può avvenire utilizzando telefonate, messaggi, chat, social network, siti di giochi, forum. Le modalità con cui i ragazzi realizzano atti di bullismo? Pettegolezzi diffusi attraverso messaggi, mail, social; post con immagini o video imbarazzanti (incluse quelle false); furto d’identità o costruzione di profili falsi per danneggiare la reputazione della vittima; insulti via sms, mail, social network, blog o altri media; minacce fisiche attraverso un qualsiasi media alcune tra. E tra le caratteristiche principali del ciberbullismo pervasività ed accessibilità: il cyberbullo può raggiungere la sua vittima in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. La possibilità di avere i cellulari sempre accesi e connessi permette al cyberbullo di attaccare la sua vittima ogni voglia che vuole.

La difficoltà di difendersi dal cyberbullismo: chiedere aiuto all’investigatore privato

Se del bullismo si ha una percezione più “reale” proprio perché, in genere, il bullo è un compagno di scuola le cui azioni intimidatorie o violente avvengono in un contesto, in un luogo e in un tempo determinato, nel cyberbullismo c’è un’aggravante: l’invisibilità del cyberbullo che può agire indisturbato 24 ore su 24, diffondendo il materiale incriminato in tutto il mondo, con un click. Difendere i propri figli dal cyberbullismo diventa per i genitori ancora più difficile.

Ed è a questo punto che entra in scena un professionista come l’investigatore privato Argo, un esperto non solo di psicologia e criminologia ma anche di reati realizzati attraverso l’uso di qualsiasi strumento elettronico o tecnologico. Arginare fenomeni di prevaricazione così dannosi è di fondamentale importanza per la serenità presente e futura sia della parte lesa che dei suoi famigliari. Le conseguenze e gli effetti del cyberbullismo possono, infatti, essere gravi e permanenti.

L’agenzia investigativa Argo S.p.A., attraverso investigatori privati adeguatamente formati ed esperti in materia, interviene in maniera mirata, acquisendo prove inconfutabili contro il cyberbullismo da esibire in giudizio; fondamentale il servizio di tutela da parte degli investigatori privati, attraverso cui è possibile garantire l’incolumità della parte offesa.

<<Investigazioni bullismo>>

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